La sinistra delle libertà contro la società della paura

Sabato 27 settembre dalle ore 10 alle 18 a Roma si terrà la prima assemblea nazionale di Rifondazione per la Sinistra: “Le belle bandiere”.

Lo so, molti di voi credono che la strada giusta non sia questa, che bisognerebbe inventarsi qualcosa di nuovo e riuscire ad essere più lontani dalle logiche di partito e di potere. Ma intanto ve ne state soli e ammutoliti a scrivere nei vostri blog o a ripetere discorsi ormai vecchi con amici vecchi e nuovi.
Io credo che da qualche parte bisogna cominciare senza troppe paure e con entusiasmo. Io mi affido al mio sentire e sento che da qui si può iniziare un percorso insieme.
Bisogna muoversi, bisogna fare presto... non si può più rimandare.
Abbiamo bisogno di voi!



IL DOCUMENTO POLITICO DELL'INIZIATIVA
La netta vittoria politica delle destre e la contemporanea sconfitta elettorale della sinistra, la sua frantumazione dopo un infelice tentativo di unità, i limiti evidenti comparsi nella breve stagione congressuale della scorsa estate, lasciano aperti e irrisolti due grandi problemi: l’organizzazione di un’opposizione sociale, politica e culturale al governo Berlusconi e la costruzione di un nuovo soggetto politico della sinistra. Che le due questioni siano tra loro profondamente intrecciate, nei temi e nei tempi, è cosa evidente, tranne per chi ha confuso la critica alla politica con la fuga dalla medesima. Come questo può avvenire è invece il tema principale della nostra ricerca.
Una ricerca tanto più urgente e necessaria, quanto più diviene chiaro il paradosso in cui siamo immersi. Da un lato il processo di globalizzazione attraversa un periodo di profonda crisi, della quale gli aspetti della finanza, della società, dell’ambiente, della geopolitica , delle istituzioni interne e internazionali, delle teorie politiche neoliberiste, sono sotto gli occhi di tutti. Dall’altro lato la sinistra italiana, ma si può ben dire di larga parte dell’Europa, macina sconfitte, annaspa nel vuoto, è percorsa da profonde crisi di identità. La sinistra rischia di sparire proprio quando i suoi avversari storici sono scossi fin dalle fondamenta.
I congressi di partito o gli analoghi appuntamenti di questa estate, pur nella loro diversità nelle premesse e negli esiti, mostrano un tratto comune: i progetti che emergono non vanno al di là di qualche mese, al massimo si spingono fino alle soglia delle prossime scadenze elettorali, amministrative e europee, della prossima primavera. La sinistra appare cioè prigioniera, più che immersa, di un presente che ne esalta l’autoreferenzialità. Così non si può stare. In questo modo non nasce niente. La sinistra del presente deve mettersi in cammino, cercando la direzione giusta. Per questo ci è indispensabile l’analisi delle nuove contraddizioni. Solo dallo sforzo della risoluzione dei nuovi problemi del XXI secolo può rinascere una sinistra che dia una risposta alla tremenda crisi di civiltà che fa da sfondo a tutte le vicende contemporanee. Una sinistra quindi senza aggettivi, memore del passato ma non prigioniera di esso e delle sue categorie, una sinistra capace di produrre senso, non solo di cercare consensi.
In questi decenni il capitalismo ha prodotto una grande rivoluzione conservatrice. Rivoluzione perchè i cambiamenti sono stati radicali, sia a livello produttivo, che sociale, istituzionale e comportamentale. Conservatrice perché l’esito, nel mondo e nei singoli paesi, è che chi era più ricco lo è ancora di più e chi era più povero ha ancora di meno. Le ragioni politiche e sociali di una sinistra ci sono tutte e così le sue nette discriminanti con la destra. L’ipotesi di occupare un mitico centro è solo un’illusione del quadro politico che non trova fondamento nella realtà sociale. Per questo riteniamo che la scommessa che ha animato la nascita del Partito democratico sia perdente e lascia un grande vuoto a sinistra. Ma questo non può essere riempito senza una forte soggettività di pensiero e di azione. La disgiunzione fra pensiero e ricerca politica e azione e movimento sociale è letale per entrambi. E’ un pericolo concreto se,di fronte all’attuale sconfitta, prevalesse una scelta contemplativa o un generico ribellismo.
Per intraprendere questo cammino la sinistra ha bisogno di umiltà e coraggio. L’umiltà di chi sa di non avere delle risposte precostituite e il coraggio di chi è consapevole che delle scelte vanno fatte. Per tutte queste ragioni l’area programmatica Rifondazione per la Sinistra, riprende il suo percorso, dopo il congresso di Chianciano, aprendo una riflessione pubblica su grandi temi quali quelli dei cambiamenti che intervengono nel sistema capitalistico mondiale, con il passaggio del suo baricentro da Ovest a Est ed i conseguenti sommovimenti geopolitici in atto che coinvolgono anche lo scacchiere geografico europeo; che interessano la struttura e la composizione sia del lavoro che del capitale, precarizzando il primo e finanziarizzando sempre più il secondo; che concernono i processi di svuotamento della democrazia e di tecnicizzazione dei sistemi di governo; che si configurano nelle nuove modalità di produzione di senso e di gestione del sapere.
Sappiamo che in questa ricerca non siamo soli. La crisi della sinistra non ha cancellato l’esistenza di centri di iniziativa politica e di produzione culturale. Da questi ci giungono idee, tracce di ricerca, indicazioni di approfondimento, oltre che la preziosa disponibilità a partecipare in prima fila alla costruzione di un’opposizione alle destre. Raccogliere e mettere a confronto questi lavori è un passo decisivo nel processo costituente di una nuova sinistra. Per questo la discussione che proponiamo sarà aperta e non circoscritta ad ambiti partitici. Non è l’identità del passato che cerchiamo, ma quella del futuro.
Pier Paolo Pasolini scriveva negli ultimi giorni del 1962, su Vie Nuove , presentando una prima versione della sua famosa poesia (che pubblicherà nel testo definitivo l’anno successivo) dedicata alle bandiere rosse, "le belle bandiere degli Anni Quaranta” che sventolavano “una sull’altra” il cui ricordo si contrapponeva, nella mente del poeta, al brutto “biancore” del neocapitalismo degli anni sessanta:

“E’ un ricordo del periodo più bello, e determinante, di una vita.
E’ finito, bisogna sapere ricominciare.”


Non abbiamo trovato parole migliori per dire con quale spirito vogliamo riprendere il cammino.

Io non ho paura


TORINO: UCCIDE LA FIGLIA POI SPARA ALLA MOGLIE E TENTA IL SUICIDIO

ROMA: UCCIDE FRATELLO E SORELLA A FUCILATE, ARRESTATO DAI CARABINIERI

AOSTA: TENTA DI STROZZARE EX MOGLIE, ARRESTATO PENSIONATO

PENSIONATO PESTATO DA TRE BABY BULLI
AGGRESSIONE FUORI DA UN LICEO ROMANO



FACEVA VIOLENTARE I DUE FIGLI
DURANTE RITI ESOTERICI



RAGUSA, AGGREDITO DA 3 TIFOSI
DICIOTTENNE GRAVE IN OSPEDALE


UCCIDE L'EX MOGLIE E UN'AMICA DI LEI
ARRESTATO PENSIONATO, ERA GELOSO



Sono questi i principali fatti di cronaca degli ultimi due o tre giorni. Ci continuano a dire che la nostra insicurezza viene dagli immigrati che hanno invaso le nostre strade e le nostre piazze e io continuo a sentire di uomini che uccidono le mogli, di suicidi, di bambini violentati in famiglia... Forse devo avere più paura di uno scatto d'ira del mio compagno che di attraversare il parco la notte?!
E le nostre belle città, per farci stare più sicuri si sono riempite di militari...Non sarebbe meglio mandarli anche a casa mia così dormirei sogni più tranquilli?!
E in tutto ciò il Censis mi dice che il numero degli omicidi in Italia continua a diminuire e che le morti bianche e il numero delle vittime della strada superano di gran lunga i decessi legati alla criminalità o ad episodi violenti. Dovrei quindi avere paura di attraversare la strada o magari le cose più spaventose mi potrebbero capitare qui nel mio luogo di lavoro?!
Insomma quando sento che la gente ha paura di uscire di casa o di prendere un autobus penso sempre che hanno vinto. Ha vinto chi vuole farci vivere nella paura e nell'insicurezza perchè le persone spaventate sono terreno fertile per i loro giochi e le loro strategie.
Io non ho paura o comunque cerco di combattere per non averne e credo che se riuscirò a vivere il più a lungo possibile senza avere paura avrò salvaguardato una parte della libertà che mi è concessa.

Le belle bandiere

E' sempre più difficile interpretare quello che ci succede intorno e soprattutto è sempre più difficile trovare il modo di intervenire per cercare di cambiare le tante cose assurde e preoccupanti che questa società produce.

Nei giorni scorsi Erich Priebke, l'ex capitano delle SS, condannato all'ergastolo per la strage delle Fosse Ardeatine, è intervenuto in videoconferenza ad un concorso di bellezza che si è svolto a Gallinaro, località che si trova in provincia di Frosinone, a pochi chilometri da Cassino , in qualità di presidente onorario della giuria di Stars of the Year, il concorso di bellezza per le ragazze ciociare. Ha dichiarato che "mi avrebbe fatto piacere intervenire di persona e ringrazio gli organizzatori per l’invito che considero un atto umanitario".


Ieri a Milano è stato ucciso a colpi di sprangate Abdul William Guibre, un giovane italiano di 19 anni, originario del Burkina Faso. E' stato aggredito all'alba da due uomini con l'accusa di avere rubato una scatola di biscotti dal bar degli aggressori. Lo hanno picchiato, lanciandogli insulti razzisti: "Sporchi negri vi ammazziamo".


E noi che facciamo? Vogliamo veramente lasciare il mondo in queste mani? Pensiamo veramente che possiamo rimanencene arroccati nei nostri fortini ben nascosti dietro i nostri vessilli?
C'è bisogno di essere uniti, non dobbiamo permettere che nessuno rimanga da solo a lottare e a soffrire. Dobbiamo guardare avanti perchè sicuramente è lì la soluzione.

Per il 27 Settembre, l'area programmatica di Rifondazione Comunista "Rifondazione per la Sinistra" ha indetto a Roma un primo incontro con tutti coloro che pensano che in Italia ci sia bisogno di una sinistra forte che ricominci a lavorare unita e l'ha chiamato "Le belle bandiere".
Devo ringraziare chi a scelto questo titolo perchè mi ha spinto ad andarmi a leggere la poesia di Pasolini da cui è tratto e mi ha permesso di goderne perchè non la conoscevo prima.
La scrivo qua sotto anche se è lunga perchè credo che sia bello leggerla tutta.

I sogni del mattino: quando
il sole già regna,
in una maturità
che sa solo il venditore ambulante,
che da molte ore cammina per le strade
con una barba di malato
sulle grinze della sua povera gioventù:
quando il sole regna
su reami di verdure già calde, su tende
stanche, su folle
i cui panni sanno già oscuramente di miseria
– e già centinaia di tram sono andati e tornati
per le rotaie dei viali che circondano la città,
inesprimibilmente profumati,

i sogni delle dieci del mattino,
nel dormente, solo,
come un pellegrino nella sua cuccia,
uno sconosciuto cadavere
– appaiono in lucidi caratteri greci,
e, nella semplice sacralità di due tre sillabe,
piene, appunto, del biancore del sole trionfante –
diviano una realtà,
maturata nel profondo e ora già matura, come il sole,
a essere goduta, o a fare paura.

Cosa mi dice il sogno mattutino?
«il mare, con lente ondate, grandiose, di grani azzurri,
si abbatte, lavorando con furore uterino,
irriducibile,
e quasi felice – perché dà felicità
il verificare anche l’atto più atroce del destino –
sgretola la tua isola, che ormai
è ridotta a pochi metri di terra...»

Aiuto, avanza la solitudine!
Non importa se so che l’ho voluta, come un re.

Nel sonno, in me, un bambino muto si spaventa,
e chiede pietà, si affanna a correre ai ripari,
con un’agitazione
che «la virtù dismaga», povera creatura.
Lo atterisce l’idea
di essere solo
come un cadavere in fondo alla terra.

Addio, dignità, nel sogno, sia pur mattutino!
Chi deve piangere piange,
chi deve aggrapparsi alle falde delle vesti altrui,
si aggrappa, e le tira, e le tira,
perché si voltino quelle faccie colore del fango,
e lo guardino negli occhi terrorizzati
per informarsi della sua tragedia,
per capire quanto sia spaventoso il suo stato!

Il biancore del sole, su tutto,
come un fantasma che la storia
preme sulle palpebre
col peso dei marmi barocchi o romanici...

Ho voluto la mia solitudine.
Per un processo mostruoso
che forse potrebbe rivelare
solo un sogno fatto dentro un sogno...

E, intanto, sono solo.
Perduto nel passato.
(Perché l’uomo ha un periodo solo, nella sua vita.)

Di colpo i miei amici poeti,
che condividono con me il brutto biancore
di questi Anni Sessanta,
uomini e donne, appena un po’ più anziani
o più giovani – sono là, nel sole.

Non ho saputo avere la grazia
per tenermeli stretti – nell’ombra di una vita
che si svolge troppo attaccata
all’accidia radicale della mia anima.

La vecchiaia, poi, ha fatto
di mia madre e di me
due maschere
che nulla hanno peraltro perduto
della tenerezza mattutina
– e l’antica rappresentazione
si ripete
nell’autenticità
che solo sognando dentro un sogno,
potrei forse chiamare col suo nome.

Tutto il mondo è il mio corpo insepolto.

Atollo sbriciolato
dalle percosse dei grani azzurri del mare.

Cosa fare, se non, nella veglia, avere dignità?
È giunta l’ora dell’esilio,
forse: l’ora in cui un antico avrebbe dato realtà
alle realtà,
e la solitudine maturata intorno a lui,
avrebbe avuto la forma della solitudine.

E io invece – come nel sogno –
mi accanisco a darmi illusioni, penose,
di lombrico paralizzato da forze incomprensibili:
«ma no! ma no! è solo un sogno!
la realtà
è fuori, nel sole trionfante,
nei viali e nei caffè vuoti,
nella suprema afonia della dieci del mattino,
un giorno come tutti gli altri, con la sua croce!»

Il mio amico dal mento di papa, il mio
amico dall’occhio marroncino...
i miei cari amici del Nord
fondati su affinità elettive dolci come la vita
– sono là, nel sole.

Anche Elsa, col suo biondo dolore,
lei – destriero ferito, caduto,
sanguinante – è là.

E mia madre mi è vicina...
ma oltre ogni limiti di tempo:
siamo due superstiti in uno.
I suoi sospiri, qua, nella cucina,
i suoi malori a ogni ombra di degradante notizia,
a ogni sospetto della ripresa
dell’odio del branco di goliardi che ghignano
sotto la mia stanza di agonizzante
– non sono che la naturalezza della mia solitudine.

Come una moglie messa nel rogo col re,
o sepolta con lui
in una tomba che se ne va come una barchetta
verso i millenni – la fede degli Anni Cinquanta,
è qui con me, già leggermente oltre i limiti del tempo,
a farsi sgretolare anch’essa
dalla pazienza furibonda dei grani azzurri del mare.

E...
i miei amori di pura sensualità,
replicati nelle valli sacre della libidine,
sadica, masochista, i calzoni
con la loro sacca tiepida
dove è segnato il destino di un uomo
– sono atti che io compio solo
in mezzo al mare stupendamente sconvolto.

Piano piano le migliaia di gesti sacri,
la mano sul gonfiore tiepido,
i baci, ogni volta a una bocca diversa,
sempre più vergine,
sempre più vicina all’incanto della specie,
alla norma che fa dei figli teneri padri,
piano piano
sono divenuti monumenti di pietra
che a migliaia affollano la mia solitudine.

Attendono
che una nuova ondata di razionalità,
o un sogno fatto nel fondo di un sogno, ne parli.
Così me desto,
ancora una volta:
e mi vesto, mi metto al tavolo di lavoro.
La luce del sole è già più matura,
i venditori ambulanti più lontani,
più acre, nei mercati del mondo, il tepore della verdura,
lungo viali dall’inesprimibile profumo,
sulle sponde di mari, ai piedi di vulcani.
Tutto il mondo è al lavoro, nella sua epoca futura.

Ah, belle bandiere degli Anni Quaranta!
Pretesto al buffone per piangere.


Pier Paolo Pasolini (1922-1975)

Più armi più sicurezza?!


Se qualcuno mi chiedesse che cos'è che mi fa veramente paura risponderei le armi.
Mi agito pure quando passo davanti alla banca e c'è la guardia giurata con la pistola e i militari in città li ho vissuti con profonda angoscia.
«Vogliamo eliminare la paura - aveva detto il ministro della Difesa Ignazio La Russa presentando il piano con il ministro dell’Interno Roberto Maroni -. Non abbiamo voluto aspettare a dare una risposta ad una legittima aspettativa dei cittadini. Nessuna persona perbene - aveva aggiunto rispondendo alle critiche dell’opposizione - ha mai avuto paura di un poliziotto, di un carabiniere o di un militare».
Ma allora come mai io ho paura? Forse non sono una persona perbene?


Vado a Roma giorni fa e, in uno degli angoli della città che più amo, vedo una jeep militare. A bordo un soldato che mastica chewingum e legge un giornale. Poco più in là, dall'altra parte della strada, un altro militare che imbraccia un kalashnikov...almeno credo. Un Kalashnicov?! Ma siamo matti?
« Una mattina mi son svegliato,
o bella, ciao! bella, ciao! bella, ciao, ciao, ciao!
Una mattina mi son svegliato
e ho trovato l'invasor...»

Quando una democrazia arriva a schierare l’esercito nelle strade è ancora una democrazia?
I militari in piazza servono a intimorirci, a tenerci chiusi in casa, a renderci sempre più paurosi e pronti a rinunciare alle libertà garantite dalla Costituzione.
E pensare che c'è chi si sente sicuro se ha un'arma sotto il cuscino o nel cassetto... Io non potrei entrare in una casa in cui c'è un'arma, mi infastidiscono anche i fucili da caccia da collezione!!!
Solitamente, quando si pensa ad un privato cittadino che è “costretto” a tenere una pistola nel comodino per paura dei furti, si pensa ad un uomo impaurito e poco incline a vivere serenamente. E invece una recente ricerca americana ci svela che i cittadini statunitensi più felici sono proprio quelli che hanno con sè una pistola. Nel Giugno 2008 con una sentenza storica e destinata a far discutere, la Corte Suprema degli Stati Uniti ha confermato, rafforzandolo, il diritto individuale dei cittadini a possedere armi da fuoco. Duecentodiciassette anni dopo la scrittura del controverso "secondo emendamento" della Costituzione che nel 1791 garantì ambiguamente "il diritto di portare armi, al fine di mantenere una ben regolata milizia", e quasi settanta anni dopo un'altra sentenza della Corte Suprema che nel 1939 aveva messo in dubbio l'applicabilità universale e individuale di quel diritto, la solita, strettissima maggioranza di 5 voti contro 4 dei nove "Supremes" ha letto lo stesso articolo costituzionale in maniera assolutamente permissiva e rigorosamente letterale.
Si possono leggere e studiare scaffali di studi e ricerche per dimostrare che la diffusione capillare di revolver, pistole, mitragliette, fucili, non protegge, ma al contrario ferisce e uccide coloro che cadono nella tentazione di trasformarsi in pistoleri. Si può ricordare che sono molti più i caduti e i feriti innocenti, in casa e sul lavoro, i bambini trafitti nel classico incidente del "padre che puliva l'arma", le liti domestiche o di vicinato finite a revolverate anziché in tribunale o a schiaffi, di quanti siano i reati impediti o i criminali fermati da una pallottola. Non serve.
Per quanto mi riguarda non mi sentirò mai al sicuro difronte ad un uomo armato neanche con un'arma in mano.

Noi, pericolosi estremisti...

Faccio un po' di difficoltà a ricominciare... Il primo giorno ho cercato di farmi forza e di trovare un po' di entusiasmo e ora faccio fatica a prendere il ritmo.
Vorrei scrivere tante cose, ci sono tanti argomenti che vorrei affrontare.
Ieri era l'8 Settembre ed ho dovuto sentire delle cose raccapriccianti.
Questa destra erede della Repubblica di Salò più che della lotta di liberazione è ancora e resterà sempre fascista. Le dichiarazioni del sindaco di Roma Gianni Alemanno sulla condanna del fascismo delimitata alle leggi razziali e l'equiparazione del ministro Ignazio La Russa tra Repubblica di Salò e Resistenza mostrano un revisionismo storico che mi spaventa.
L'antifascismo è la condizione su cui si è costruita l'Italia repubblicana, per tanto non costituisce una posizione di parte ma la base su cui si fonda la convivenza costituzionale.

E poi occorrerebbe parlare della scuola, dei danni che sta facendo la cara ministra Gelmini e di quello che invece servirebbe e non sta facendo. La scuola pubblica è a rischio: preoccupa il modello educativo verso cui si dirige a colpi di decreto il Governo, ma la preoccupazione deriva soprattutto dalla consapevolezza che sotto un'immagine di ritorno alle origini, fatta di grembiuli e voti in condotta, proposta ai media negli ultimi mesi dalla Gelmini, si cela in realtà solo l'intenzione di tagliare le risorse per la scuola di tutti. Stiamo assistendo ad una svendita dell'istruzione al mercato, un evidente arretramento dal punto di vista qualitativo del sistema scolastico. Si sta privando la scuola pubblica statale del contributo di insegnanti specializzati e tagliando importanti servizi come la mensa e la frequenza pomeridiana.

Ho sentito che ieri la ministra è andata a fare una visita in una scuola di Milano... Non sarebbe stato meglio che fosse scesa sotto Napoli se veramente avesse voluto capire quali sono i problemi della scuola italiana?

E fortuna che c'è un'opposizione forte e unita che non gliene fa passare una e si mobilita tutta insieme in difesa della nostra democrazia.... scusate per un attimo ho pensato di vivere in un altro paese...
Il PD è diventato grottesco. Mi è capitato di vedere un telegiornale in cui hanno intervistato tre esponenti del PD che hanno fatto dichiarazioni contrastanti e si sono pure mandati frecciatine...


L'opposizione extraparlamentare brancola nel buio. Rifondazione cerca di gestire uno dei momenti più difficili dalla sua fondazione e presto, con la stagione delle manifestazioni e delle primarie, arriverà alla resa dei conti.
Eppure c'è ancora qualcuno che pensa che siamo dei pericolosi estremisti e ritiene un genitore il cui figlio si iscrive a Rifondazione non sia un buon genitore...

Il giudice lo affida al padre: tra le motivazioni anche quelle politiche. La motivazione: frequenta estremisti, la donna non sa badare all'educazione
Sedicenne tolto alla madre, perché milita in Rifondazione

di GIOVANNA CASADIO

SON TORNATA!!!

Tremate, tremate, le streghe son tornate!!!
Eccomi qua in tutto il mio splendore solo per annunciarvi che sono tornata e sono più agguerrita che mai.
Ho deciso che questo sarà per me l'anno della svolta e quindi seguitemi, metteremo a ferro e fuoco tutto quello che non ci piacerà e condivideremo momenti irripetibili.
Scusate l'entusiasmo ma se non cerco di tirami su in questo primo giorno di lavoro sarà difficile affrontare i prossimi mesi che si prospettano durissimi...
Mi serve il vostro aiuto!