Che cos’è la precarietà?


Chi parla di precarietà parla di me e di quelli come me.
Lavoro da sette anni in un istituto di ricerca con i contratti più disparati. Ho avuto contratti di collaborazione occasionale, contratti d’opera, co. co. co…. contratti di tre mesi, sei mesi, un anno…
All’inizio la cosa più angosciante era non sapere se me l’avrebbero rinnovato e ora la cosa più angosciante è sapere che probabilmente me lo rinnoveranno e nulla cambierà. Passano gli anni, cerco di costruire qualcosa, vado a vivere con il mio compagno, riusciamo a comprare una casa con l’aiuto della sua famiglia ma quella sensazione non va mai via. E’ difficile, specialmente per una persona con il senso di responsabilità che ho io, fare progetti in questa situazione. E’ duro convivere con la sensazione che la tua vita dipende dall’umore di chi ti deve rinnovare il contratto, da un progetto che può partire oppure no.
Sento i giorni scorrere e gli anni fuggire via, comincio a sentirmi vecchia… Mi piacerebbe poter stare un po’ tranquilla, poter essere meno nervosa, poter pensare di fare un bambino…
Insomma sta mattina non sono proprio di buon umore. Sarà il cielo grigio o la sonnolenza primaverile ma mi sento stanca.


6 commenti:

Anonimo ha detto...

Bene, che il tuo blog sia di parte (ed è chiaro di quale) è una cosa che a me, non solo non dà alcun fastidio, ma che apprezzo anche se, personalmente, la penso in modo diverso. Ritengo, comunque, Bertinotti una persona onesta, così come ho molta stima per Nicky.
Per quanto riguarda il tuo post, comprendo benissimo la tua amarezza! Questa piaga del precariato a vita è una cosa ignobile e disgustosa. Ricordo bene il tempo, non lontano, in cui nessuna azienda poteva assumere con contratto a termine se non per un periodo estremamente limitato e per motivi ben precisi: lavoro stagionale - sostituzione di unità in puerperio. Il contratto a termine poteva, in casi particolari, essere rinnovato. Ma non più di una volta. Ora anche il periodo di due anni, proposto da Bertinotti, mi sembra eccessivamente lungo. Due anni sono tanti, specialmente per coloro che non maturano quasi alcun diritto al conteggio di questi anni per quella misera pensione che attende i giovani.
Non so se sia colpa della globalizzazione o di altri fattori. Una cosa è sicura: abbiamo fatto enormi passi indietro!
Un caro saluto.
Sergio
http://sergioberto.blog.tiscali.it

Fiordaliso ha detto...

Grazie Sergio
mi fa molto piacere che tu sia venuto a farmi visita. Ancora non ho molta dimestichezza con il mondo dei bloggers ma mi muovo piano piano cercando di trovare un mio spazio.
Mi piace essere di parte e mi piace confrontarmi con gli altri anche e soprattutto se la pensano in maniera diversa da me.
Per quanto riguarda la mia situazione di precaria spero che un giorno la mia amarezza possa scomparire ma, per ora, non vedo nulla di buono all'orizzonte. A volte mi dico che basterebbe che avessi il coraggio di accettare che questa strada non è percorribile... Sono convinta che riuscirei ad ottenere altre soddisfazioni... Vedremo.
Per ora grazie di nuovo e torna a trovarmi.
Ciao
Carla

Anonimo ha detto...

Io onestamente a pochi giorni dal voto non so ancora per chi voterò.

Detto questo inizio con il dire che di questi tempi la precarietà è il cancro dell'italia,poi ci dobbiamo aggiungere anche una classe politica scadente che viene presa in giro da tutto il mondo.

Kmq ti auguro buona fortuna anche da parte mia

ps:se penso che io studio scienze biologiche e che mi piacerebbe fare il ricercatore mi vien la nausea

Fiordaliso ha detto...

Caro Zorden
grazie, non credo che tu debba scoraggiarti. Io dal punto di vista lavorativo rifarei tutto quello che ho fatto perchè ho imparato molte cose interessanti ed ho avuto tante soddisfazioni. Il lavoro che faccio è bello, vorrei solo che mi permettessero di farlo in maniera serena.
Per quanto riguarda i politici italiani io non credo che siano tutti uguali. Credo che ci sia ancora qualcuno che, "in buona fede", crede che si possa costruire un futuro migliore e credo che sia mio dovere impegnarmi perchè questa possibilità diventi realtà o per lo meno speranza.
Rimbocchiamoci le maniche e smettiamo di lamentarci
Ciao

Anonimo ha detto...
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Antonio Candeliere ha detto...

bel blog